19 settembre 2020 / Habitat-scenari possibili: Aperitivo Critico a cura di Francesca Guerisoli, “Arte Contemporanea come Trasmissione”
Cernusco sul Naviglio, Milano
(Questo esercizio si colloca al principio di un processo di esplorazione* sull’utilizzo dei dispositivi di protezione personale, da me intesi come strumenti e luoghi da “abitare” per impostare un lavoro relazionale e performativo investigando tematiche quali la fiducia, il consenso, il rischio, il desiderio e la cura.)
Il mio intervento è iniziato con lo spiegare al pubblico che nel mio modo di pensare e produrre performance, la relazione con i partecipanti prevede sempre un atto di fiducia e affidamento nei miei confronti, al pari di come io mi espongo a loro nella realizzazione dell’opera.
Ho proseguito dicendo che per ragionare insieme sulla tematica scelta – il concetto di arte contemporanea come trasmissione – avevo preparato un esercizio da realizzare insieme che prevedeva l’indossare una mascherina chirurgica fornita da me (al posto della propria o sopra la propria) e da me precedentemente manipolata, senza però spiegare come lo avessi fatto e porgendo una liberatoria da firmare proprio per poter consentire legalmente questo atto.
Quando questo passaggio è stato meticolosamente eseguito da tutte le persone disponibili a fare l’esercizio, mi sono seduta sulla sedia preposta, indossando la mia mascherina manipolata al pari di quelle offerte ed ho letto al microfono un breve testo della durata di circa 5 minuti. Si trattava di un cut-up di alcuni articoli di quotidiani, riportanti le ultime conversazioni di Gloria Trevisan e Marco Gottardi con i propri genitori prima di morire nel rogo della Grenfell Tower a Londra, nel Giugno 2017.
Le mascherine erano state precedentemente affumicate da me e, successivamente alla breve ma difficile lettura, ho conversato con i partecipanti sul concetto di trasmissione che avevo espresso, associando sensorialità e contenuto emotivo all’interno di una dinamica relazionale che ha coinvolto tutti i presenti nel vivere, seppure per pochi istanti, lo stesso immaginario con le molteplici derive emozionali annesse.
Abbiamo poi analizzato, grazie agli interventi degli altri artisti invitati Filippo Berta ed Oppy De Bernardo, il senso del rovesciamento proposto: l’uso del dispositivo di protezione personale che da elemento di separazione è diventato in quel contesto un elemento di condivisione, un “ponte” (come definito da una partecipante) per una intensa percezione collettiva.
*come già dichiarato e spiegato nel mio intervento su Espoarte #110
credits: Serafina Melone, Francesca Guerisoli, Nicolas Ceruti